Attenzione: post ad alto tasso di snobismo.
Io e Stefano decidiamo di andare a vedere l'ultimo di Woody Allen. Per me che ho amato Prendi i soldi e scappa, Manhattan, Io ed Annie, eccetera eccetera, è diventato un rito andare al cinema per sapere che combina il vecchio Woody, che continua a sfornare un film all'anno, seppur con risultati non sempre eccellenti. Ma a Woodino si perdona tutto, o quasi: mi mette ansia il fatto che stia girando a Roma... non vorrei me le faccia girare con certi luoghi comuni sugli italiani, anyway...
La locandina dell'ultimo film di Woody Allen |
Eccoci, io e Stefano in una fredda sera di dicembre dirigerci nel cinema più vicino per guardare Midnight in Paris. Sfortuna vuole che la sala in questione fosse una multisala, di quelle infestate da orde di spettatori inconsapevoli, mangiatori seriali di pop corn e ingurgitatori di coca cola con rutto in canna. Caciaroni e stolti, rischi di trovarteli compagni di poltrona davanti all'ultimo di Cronenberg solo perché la sala col nuovo dei Vanzina è ormai stracolma, non ti risparmiamo un ventaglio creativo di improperi contro il regista a proiezione conclusa.
Ebbene, anche stavolta la fauna dell'UCI Cinema di viale Certosa non disattende le aspettative, ma vi pare però che oltre al carosello di cui sopra debba sopportare oltre 20-minuti-20 di pubblicità prima che inizi il film vero e proprio? Spot, peraltro in bassa risoluzione, di mobilifci e pastifici di provincia, spot di una bruttezza inguardabile, che sembrano usciti da un tunnel spazio-temporale perché non è pensabile che siano contemporanei a Steve Jobs, alla Pixar o al mio schifosissimo televisore LCD. Spot interrotti ogni tanto da trailer di film, oddio... trailer... dureranno un quarto d'ora... una selezionatissima cernita di trailer, solo di quelle pellicole che non andresti a vedere manco se ti pagassero (a meno che la sala che proietta Cronenberg sia piena.... anzi, no, neanche in quel caso) e se mai ti venisse voglia, dopo un trailer così ti passa di sicuro.
Dopo venti minuti di stupro visivo finalmente inizia Midnight in Paris. Mi sento stremata, quasi me ne tornerei a casa, giuro. Eppure, a film ultimato trovo ancora la forza per giudicarlo. Il mio spirito critico è ancora sano e salvo, ma all'UCI Cinema mai più.
In trepidante attesa per un Tuo commento sul film...Zuzzi
RispondiEliminaInutile dire che dal film esce una Parigi a cinque stelle, Allen ne restituisce il fascino pur restando nel clichè della Ville Lumière da cartolina, ma Parigi è sempre Parigi perciò chissene! Sinceramente ho trovato fastidiosa la recitazione di Owen Wilson, i doppiatori italiani stavolta hanno fatto un pessimo lavoro, finisce che i personaggi interpretati dalla Cotillard e da Wilson diventano irritanti. Molto carina l'idea di fondo del film: le passeggiate nello spazio tempo di Wilson, la Parigi di diverse epoche, gli incontri con i grandi artisti del passato, la nostalgia che può diventare una prigione perché l'unico tempo che conta è il presente ("perché QUESTO è il nostro tempo", citando un cantautore che sta sulle balle a molti e che più lontano di Woody Allen non potrebbe essere). Peccato però che il film non abbia ritmo se non nel finale, che latitino parecchio le battute ironiche che solo Woody sa confezionare e piazzare come gioiellini nelle sue opere... Insomma, il mio giudizio è un sonoro nì. Roberta
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