mercoledì 25 aprile 2012

Design Week 2012. A ciascuno il suo (bilancio)

Il carrozzone del Salone/FuoriSalone se n'è andato e la vita cultural-creativa milanese è tornata (diciamo la verità) a sonnecchiare come prima che arrivasse l'allegra brigata internazionale di designer. Resta però qualche mostra aperta e la scia della verve che fu. Mi chiedo in ogni caso perché mai gran parte degli eventi del FuoriSalone debbano disperdersi come lacrime nella pioggia appena scaduto il tempo della fiera del mobile. Gli eventi della Design Week non si contano certo sulle dita di una mano: personalmente non ho fatto in tempo a visitare tutto quello che avrei voluto. Perché non lasciare aperto un altro po' il Temporary Museum for New Design?

Gio Ponti in un'immagine dalla mostra "Vivere alla Ponti"
 Accontentiamoci allora di poter visitare fino al 4 maggio l'esposizione Vivere alla Ponti: le case abitate da Gio Ponti all'Ordine degli Architetti di Milano e fino al 17 giugno la mostra Ultrabody, al Castello Sforzesco. Decisamente intrigante quest'ultima, interessante pure la prima, che arriva insieme alla notizia della riedizione di una serie di arredi "pontiani" da parte di Molteni. A tal proposito ho scritto qualcosina anche nel mio personale bilancio sul Salone 2012 su Milanodabere.it. L'articolo insiste sulle connessioni tra il design attuale e il suo passato glorioso, perché riproposizioni di pezzi cult se ne sono viste parecchie, durante questo Salone. Il progetto Molteni meritava però la segnalazione, perché accompagnato da una riflessione precisa sul senso del rieditare prodotti (più o meno) storici: un dibattito affrontato nel piccolo magazine della casa brianzola di arredamento, che potrete scaricare qui.

Stand "didattico" per Zanotta al Salone del Mobile 2012

Di seguito invece una parte integrale dell'articolo, che per motivi di spazio non ha visto la luce su Milanodabere. Buona lettura, buone riflessioni e buon design!

«Per i corridoi del Salone si contano innumerevoli riedizioni di pezzi cult del passato più o meno recente: reinterpretati, rivisitati, "ricolorati". Insomma: squadra che vince non si cambia e se il prodotto storico tira ancora sul mercato, perché non sfruttarne l'onda commerciale? Il revival – bene rifugio dei bei tempi indietro non sfugge nemmeno negli allestimenti dei grandi marchi: con una percorso quasi didattico, Zanotta ha trasformato un’ala del suo stand in un museo d'impresa esponendo le componenti, i bozzetti, gli studi dei suoi pezzi celebri, dallo sgabello Mezzadro alla poltrona Sacco. Ricordiamoci chi siamo e cosa abbiamo fatto per affrontare questi tempi oscuri e magari per ingraziarci le Sacre Divinità del Design che fu: Castiglioni, veglia su di noi. Gio Ponti, ora pro nobis, torna a vivere con una serie di suoi arredi – sedie, librerie, cassettoni –  prodotti da Molteni, un'operazione condotta con scrupolo filologico e accompagnata da una riflessione sul significato della riedizione: "Per Mendini, i mobili rieditati 'sono dei finti non dei falsi, nel senso che implicano un salto di verità, perdono la verità e si trasformano in altro'. Cosa significa, quindi, intervenire su materiali e tecniche? Significa intervenire sul progetto originario? Ne abbiamo diritto? Dobbiamo smettere di produrre questi pezzi?"».

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