venerdì 8 marzo 2013

Isolamento, giorno 4

Da domenica sera non metto il naso fuori da casa, salvo quando sono riuscita finalmente ad andare dal medico, che ha disposto il riposo forzato fino a venerdì. Cinque giorni chiusa in casa per malattia, insomma. Non mi succedeva dalla quinta elementare, credo. Se non conto la lunga, lunghissima degenza post intervento all'orecchio nel 2009, quando restai segregata per due, tre settimane. E insomma, cinque giorni son lunghi, che si fa? Che si fa quando hai un mal di schiena così tosto che non riesci a stare seduta, a star sdraiata, a leggere, a guardare la tv, a usare il pc? Beh, in quel caso ti stracci le palle, per usare un francesismo. Da malati, non sempre il corpo risponde a quel che vorremmo fare, talvolta neanche la testa. Tra assenza di volontà e inedia, in malattia sentiamo il diritto di tornare bambini e assecondare gli istinti. Ecco una personale top ten di parole, opere e (parecchie) omissioni che l'indisposizione porta con sé.

Anche le figone si ammalano. Tipo Samantha Jones.

  1. Appena mi rimetto in forma, mi iscrivo a yoga/pilates
    Sì, certo. Siffatto buon proposito resterà tale, cara mia, perché se è vero che conosco la tua pellaccia, so anche che in XX anni di vita non hai mai fatto sport in maniera costante. Anzi, ora che ci penso, di costante nella tua vita non hai fatto un tubo. Forse, leggere e andare al cinema (come diceva quel tale, di cui non ricordo il nome).
  2. Non erano avanzati dei torroncini al pistacchio?!L'astenia propria di ogni morbo riconduce l'umano ai bisogni primordiali: dormire e, soprattutto, mangiare (salvo non siate affetti da gastroenterite acuta). Tanto meno sono le forze di cucinare - e di lavare i piatti - tante più schifezze ingurgiterete. Fatte fuori le patatine al lime e pepe rosa, cercherete di stanare i rimasugli del pacco di Natale. Occhio, perché una volta dato fondo alla dispensa, l'Esselunga resterà un miraggio (siete in malattia!) e sarete tentate di mettere da parte l'idiosincrasia per il torrone DURO all'arancia.
  3. Da domani mangio sano!
    L'ennesimo cespo di insalata sta languendo in frigo. Il freezer trabocca di carciofi surgelati. Magari mi faccio un purè... Mamma, dove sei?!!
  4. Vabbè, almeno non posso cedere allo shopping compulsivo...
    Risparmiare perché impossibilitati a spendere causa malattia temporanea è semplicemente una sciocchezza. E non conta solo il conto (ops!) della farmacia o lo stipendio a fine mese, contano le tentazioni che l'infermità temporanea o la tecnologia si portano dietro (vedi al punto successivo).
  5. ... beh, potrei comprarlo su Amazon...
    La catatonia e la letargia che accompagnano i primi giorni di affezione lasceranno spazio prima o poi a ore vigili o insonni. Se vi riesce, leggerete una rivista femminile, che altro non è se non un ricettacolo di pubblicità, Amazon fa il resto. A meno che non preferiate le vecchie maniere.
  6. ... quasi quasi aspetto e me lo compro in negozio, che dà più soddisfazione!Dapprima inizierete a fare liste. Liste di ciò di cui avete bisogno. Operazione che deriva in genere da altre due: sfogliare riviste appunto, riordinare i cassetti. Quest'ultima si palesa, in genere, appena si recuperano un po' le forze. Io ho riordinato il cassetto del make-up al quarto giorno di segregazione e oltre ad aver fatto pulizia di ombretti blu elettrico del 2006 e simili, ho buttato giù una lista di quel che mi manca (o che dovrei sostituire). Per un importo pari a 250-300 Euro. Fondotinta più, fondotinta meno.
  7. Finalmente ho un po' di tempo per leggere!
    Se non vi scoppia il cervello, non avete subito un intervento agli occhi o appena il torcicollo ve lo consente, i libri saranno il vostro pensiero. Ma siccome chi ha pane non ha denti, la concentrazione sarà dura a persistere (causa altri concorrenti, vedi post successivi). Così mentre leggo Jane Austen, mi capita di pensare senza motivo alcuno a Dante, a Maria Corti, a quell'edizione della Divina Commedia da lei curata che avevo al liceo e poi ho ri-ven-du-to al Libraccio. Come ho potuto? Per quei quattro spicci! Non mi ricordo nemmeno più la casa editrice! ... E se non l'avesse interamente curata Maria Corti?! Aspetta, ma io non ho in casa una copia de I cani abbaiano! Però... se leggessi l'edizione di Minimum Fax di Tenera è la notte...
  8. La tv la accendo solo per farmi compagnia...
    Fino ad ora non conoscevo le meraviglie del digitale terrestre! Oddio, forse neanche adesso, visto che oso poco e ripiego sulle repliche delle repliche delle repliche (etc.) dei serial della gioventù. Con un velo di malinconia, mi accorgo che tutta la saggezza acquisita in questi giorni - i palinsesti di quei quattro o cinque canali imparati a memoria- verrà vanificata al mio ritorno al lavoro.
  9. ... così mi disintossico un po' dallo smartphone!
    L'infermità come condizione per creare uno splendido isolamento? Siete allettate, mica in Polinesia, eppure io ci ho creduto. Il tempo di un pensiero fugace, la consapevolezza della batteria in più con cui arrivavo a fine giornata rispetto a un normale giorno di lavoro, ed eccomi pranzare e cenare con una forchetta in una mano e il telefono nell'altra. Tu, smartphone, fedele amico che mai mi abbandonasti durante la malattia!
  10. Non vedo l'ora di tornare in società!
    Lo splendido isolamento vi ha ormai triturato i cosiddetti, bramate di respirare aria fresca (benché umidiccia, qui a Milano), sognate una passeggiata fino al giornalaio, un cappuccino come si deve, invidiate perfino le casalinghe in coda al supermarket (o, a questo punto, perfino in farmacia), o quelle tanto in forza da passare il mocio... Pensate di essere pronte... invece. Invece MI aspetta quel periodo di iniziazione, di lento riapproriarsi della vita sociale, che segue subito dopo la convalescenza. Un periodo fatto di 3/4 giorni di rimbambimento, in cui articolare un suono in pubblico richiede un certo sforzo, il corpo vi sembra tornato ma con altre proporzioni (perché continuo a battere contro a tutto?!)... Boh, magari capita solo a me, ma ogni volta che mi ammalo e poi guarisco succede che prima di riprendere il ritmo di prima ci metto un po'. Oddio, mi sta già venendo l'ansia... meno male che danno ancora Friends.

2 commenti:

  1. Poteva andarti peggio... poteva venirti la congiuntivite ;-)

    (Dai, i carciofi sono buoni)

    RispondiElimina
  2. Emma... in effeti... mi sono poi presa la congiuntivite!!! :(((

    RispondiElimina