giovedì 7 giugno 2012

Memorie della Televisione. Da non perdere

Sanremo 1993
Baudo e la sua pupilla
Lorella Cuccarini, in Valentino
È il media più vituperato, la madre di ogni male e colpevole di rimbambimento e imbarbarimento degli italiani. La tv. Fin da quando ero piccina ricordo insegnanti, genitori, persino preti e medici additare la televisione come portatrice di vizio, capace di indurre mollezza nella carne e nella mente, untrice di ignoranza, corruttrice di spiriti. E io sono del 1980, fate voi. De Filippi, Belen Rodriguez e reality show non erano nomi o espressioni che ci azzeccassero con il tubo catodico o il digitale terrestre. Io avevo Bim Bum Bam, TeleMike e Bis, i Visitors e la tv dello zio Tibia, Solletico e Dallas, ho fatto in tempo perfino a vedere il teatro portato in tv, in orari non antidiluviani. E i Festival di Sanremo erano quelli di Pippo Baudo, tradizionali, nazionalpopolari, quelli che oggi si cerca di svecchiare, con tentativi patetici e soprattutto, come se si potesse snaturarere il nostro festivàl (come diceva mia nonna)... Provate a prendere la Regina Elisabetta e vestirla Dsquared per modernizzarla e poi ne riparliamo.


La Tv come indice culturale, come media degno di avere una sua epistemologia  una sua storia, oltre che una sua critica è quella di cui racconta il giornalista Ivan Donati con un nuovo ciclo di incontri ad Abbiategrasso, allo Spazio Ipazia. Dopo averci fatto conoscere alcune delle dive più amate, troppo fiere e troppo fragili, Donati ripercorre la storia - giovane, ricordiamolo - del nostro tecnologico ospite domestico, la serie di lesson, sempre da carattere intimo e informale, si intitola Memorie dalla televisione.

MEMORIE DELLE TELEVISIONE*
PROGRAMMA
  • giovedì 24 maggio
    Dalla radio alla tv: gli esordi e i primi anni della Rai, fra censura, rigore e partiti.
  • giovedì 31 maggio
    I grandi varietà di Antonello Falqui e il Carosello. Gli uomini e le donne Rai: Mike Bongiorno, Corrado, Pippo Baudo, Enzo Tortora e Raffaella Carrà.
  • giovedì 7 giugno
    I scintillanti anni '80: dal monopolio al duopolio. L'avvento di Fininvest e il nuovo modello culturale. Drive In, i contratti milionari e le showgirl. Il pop e il nazional popolare.
  • giovedì 14 giugno
    La tv di oggi: i reality, il nuovo linguaggio, il non-conduttore. L'avvento del digitale terrestre e la frammentazione dell'offerta. Gli sviluppi futuri.
*Per iscrizioni: tel. 340 1666184

Che gambe, le Kessler!

Mi permetto ancora una piccola riflessione. Nel primo incontro si è parlato, tra l'altro, della nascita del varietà, mi hanno colpito gli esordi delle Gemelle Kessler, incarnazione perfetta del verbo, ormai desueto, "ammiccare". Desueto perché non avrebbe più senso usarlo oggi che la sfrontatezza è all'ordine del giorno. C'è la storia degli italiani, dietro la storia della nostra televisione e anche quella della condizione femminile, in parallelo. Se dovessi dire chi rivorrei in tv dei personaggi del suo passato, vi direi Alberto Manzi, meglio conosciuto come il Professor Manzi. Il perché lo riassume molto bene l'autore del servizio (tv) che potrete vedere qui sotto, quando lo presenta così: "Alberto Manzi: categoria 'Italiani che fanno crescere altri Italiani', non numerosa, ma nobile". Penso a una vecchia intervista a Simona Ventura, quando era ancora sulla cresta dell'onda e la sua Isola sbaragliava la concorrenza: disse che non credeva che la televisione avesse un ruolo pedagogico. La tv può insegnare, non solo a leggere o a scrivere, può intrattenere mentre lo fa. Vorrei sapere se la Ventura ha cambiato idea.

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