lunedì 28 novembre 2011

Io, tè e un buon libro / 2

Un articolo di Natalia Aspesi, Il revival delle Brontë pubblicato su Repubblica lo scorso 5 ottobre , ha posto alla mia attenzione uno dei tanti classici della letteratura che non ho letto (tutti si vantano delle proprie letture, io svelo i miei deficit. Viva la sincerità): Jane Eyre. Complice l'uscita della riduzione cinematografica del romanzo di Charlotte Brontë, si è fatto un gran parlare di quest'opera, così mi sono decisa a leggerla e qui ve la consiglio.

Pensavo a Jane Eyre come al classico polpettone assegnata da pedanti professori di liceo e accolta con sommo sprezzo degli studenti. Mi son dovuta ricredere. Da leggere e rileggere! La Signorina Eyre mi colpisce fin dalle prime pagine, quando racconta di sé, bambina, orfana ospite sgradita nella casa della perfida zia, poi segregata in un terrificante istituto dove si muore letteralmente di stenti. Il carattere indomito, l'analisi lucida di sé e del mondo, la consapevolezza della propria bruttezza (preferisco pensare a una bellezza non canonica) ma anche della propria superiorità morale, il parlar franco - e dunque sfacciato per l'epoca - rendono la "povera, oscura, brutta e piccola" Jane Eyre un personaggio femminile davvero grande. Entra nel cuore e non vuol andar via. Non voglio dilungarmi sui dettagli dell'intreccio, immagino che Wikipedia sappia accontentare ogni curiosità. Dirò tuttavia che sono d'accordo con chi ha scritto che si tratta di un romanzo indeciso tra tradizione e rivoluzione, come con chi dice che Charlotte Brontë fa sembrare una scolaretta Jane Austen, e pure con Virginia Woolf che sottolinea la sapienza dell'autrice nel tratteggiare descrizioni paesaggistiche che fungono da vere e proprie cartine tornasole dell'animo della protagonista. 

Il poster del film di Cary Fukunaga
Last but not least – anzi! – la storia d'amore tra Jane e il Signor Rochester. Lui è l'uomo più scontroso e scostante che si possa immaginare, ma nei dialoghi tra i due la tensione attrattiva e sensuale arriva alle stelle. Ogni lettrice chiude il romanzo invocando un Signor Rochester sul proprio cammino. E francamente ogni uomo dovrebbe auspicare una Jane Eyre sul suo. Non proprio un uomo tutto d'un pezzo, questo Rochester, ma con le sue debolezze, eppure un osso duro. Come del resto è la Signorina Eyre. Il che mi fa riflettere sulla scarsità di tipi del genere (Jane o Rochester che siano) che incontriamo là fuori, nel mondo reale.

Consiglio dunque le pagine di Jane Eyre (BUR per 8,5 Euro) per riscoprire il valore dell'integrità versus un mondo zeppo di meschinità e vigliaccheria. Da accompagnare con una tazza di tè Assam: intenso e vigoroso, con un leggero retrogusto di malto.

P.S. A romanzo ultimato, è d’obbligo vedere il film di Cary Fukunaga, con l’interpretazione intensa di Michael Fassbender. A proposito di personaggi che ti entrano nel cuore e non vogliono uscire più. E già che ci sono vi consiglio di dare una letta a quanto scrive sulla pellicola Mariarosa Mancuso, nell'articolo Come si adatta un classico sul n. 5 della rivista Studio.

P.P.S. La mia Brontë-mania non si fermerà qui. Come suggeritomi da una cara, carissima amica, non posso perdermi Cime tempestose di Emily Brontë. Heathcliff, a noi due!

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