Pensavo a Jane Eyre come al classico polpettone assegnata da pedanti professori di liceo e accolta con sommo sprezzo degli studenti. Mi son dovuta ricredere. Da leggere e rileggere! La Signorina Eyre mi colpisce fin dalle prime pagine, quando racconta di sé, bambina, orfana ospite sgradita nella casa della perfida zia, poi segregata in un terrificante istituto dove si muore letteralmente di stenti. Il carattere indomito, l'analisi lucida di sé e del mondo, la consapevolezza della propria bruttezza (preferisco pensare a una bellezza non canonica) ma anche della propria superiorità morale, il parlar franco - e dunque sfacciato per l'epoca - rendono la "povera, oscura, brutta e piccola" Jane Eyre un personaggio femminile davvero grande. Entra nel cuore e non vuol andar via. Non voglio dilungarmi sui dettagli dell'intreccio, immagino che Wikipedia sappia accontentare ogni curiosità. Dirò tuttavia che sono d'accordo con chi ha scritto che si tratta di un romanzo indeciso tra tradizione e rivoluzione, come con chi dice che Charlotte Brontë fa sembrare una scolaretta Jane Austen, e pure con Virginia Woolf che sottolinea la sapienza dell'autrice nel tratteggiare descrizioni paesaggistiche che fungono da vere e proprie cartine tornasole dell'animo della protagonista.
Il poster del film di Cary Fukunaga |
Consiglio dunque le pagine di Jane Eyre (BUR per 8,5 Euro) per riscoprire il valore dell'integrità versus un mondo zeppo di meschinità e vigliaccheria. Da accompagnare con una tazza di tè Assam: intenso e vigoroso, con un leggero retrogusto di malto.
P.S. A romanzo ultimato, è d’obbligo vedere il film di Cary Fukunaga, con l’interpretazione intensa di Michael Fassbender. A proposito di personaggi che ti entrano nel cuore e non vogliono uscire più. E già che ci sono vi consiglio di dare una letta a quanto scrive sulla pellicola Mariarosa Mancuso, nell'articolo Come si adatta un classico sul n. 5 della rivista Studio.
P.P.S. La mia Brontë-mania non si fermerà qui. Come suggeritomi da una cara, carissima amica, non posso perdermi Cime tempestose di Emily Brontë. Heathcliff, a noi due!
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