Veduta della mostra All |
Il Guggenheim è uno spazio che potrebbe restare tranquillamente vuoto. Tanto brutto fuori (assomiglia in effetti a un water, date un'occhiata all'immagine qui sotto...) quanto sbalorditivo dentro. Paradossalmente, non è adatto a ospitare mostre, provate voi a guardare un quadro o una statua dal suo pavimento inclinato e poi ne riparliamo. Inclinazione dovuta alla sua celebre struttura a spirale, pensata da Frank Lloyd Wright e con la quale gli artisti come Cattelan vanno a nozze. Quella salita a spirale riempie, grazie ai suoi vuoti, l'architettura del museo ed è riempiendola delle sue opere che è stato creato il "non-percorso" espositivo della mostra All. Dal lucernario dell'edificio pendono decine di cavi, a cui sono agganciate La nona ora, l’Hitler genuflesso e tutti gli altri grandi lavori dell'artista che lasciano a bocca aperta per motivi più diversi.
Il mitico museo Solomon R. Guggenheim |
L.O.V.E. davanti a Palazzo Mezzanotte |
Oppure potrei comprare (farmi regalare?) il catalogo – bibbia dell'esposizione americana, edito da Skira, che ho sfogliato con soddisfazione qualche giorno fa alla libreria Rizzoli di Galleria Vittorio Emanuele. In qualunque momento potrei invece ripensare a quella volta che visitai la mostra Mapping the studio di Punta della Dogana a Venezia. In una sala c'era una serie di nove sculture in marmo di Carrara firmate da Cattelan: rappresentavano altrettanti cadaveri ricoperti da un lenzuolo. Non ci sono parole per descrivere la sensazione che ho provato in quell'istante. Terrore, attrazione, curiosità, angoscia, dolore. Tanto mi basta per perdonare ogni presunta cialtroneria a Maurizio Cattelan.
9 sculture, marmo bianco di Carrara Courtesy of Maurizio Cattelan Archive. © Palazzo Grassi |
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