Lasciando perdere nobili intenti e massimi sistemi, i prosaici saldi mi hanno portato molto di buono, tanto per cominciare. Un morbido cardigan di lana bianca, un avvolgente maglione bordeaux e una camicia da boscaiolo che ha il suo perché. Mai avrei potuto prevedere l'acquisto di un gilet di pelo di... nutria, credo, eppure è accaduto. Cosa non si fa per una festa a tema Flower Power...
La scenografia essenziale di "Roméo et Juliette" firmata da Pia Maier Schriever, Thomas Schenk e Sasha Waltz |
Per il sollazzo dell'anima bella che c'è in me, mi sono concessa uno spettacolo alla Scala con il balletto non convenzionale Roméo et Juliette, con le musiche di Berlioz. Non proprio immediato ma di impatto, come la scenografia, composta solo da due parallelepipedi sovrapposti su piani
sfalsati. Incredibile l'interazione tra i ballerini e questo elemento fisso ma mobile: a metà spettacolo i sdoppia e crea una perfetta parete, dove un Roméo disperato si inerpica con forza ed eleganza, dove le ombre sinuose di Juliette di allungano e si moltiplicano. E dire che di primo acchito una scenografia così scarna mi aveva fatto temere... Roméo et Juliette ha ormai lasciato da tempo Milano, ma se mai vi capitasse di recuperarlo, beh, ne vale la pena.
Il capitolo "romanzi dell'anno" si è aperto per niente male e, anzi, prevedo che le prossime letture dle 2013 potranno difficilmente sostenere il livello di quelle di gennaio. Ho cominciato con un classico di Truman Capote che non avevo mai letto, Colazione da Tiffany, poi è toccato a Philip Roth e al suo ultimo romanzo (ultimo proprio perché ha detto di non volerne scrivere più, ma va a sapere se riuscirà a trattenersi), Nemesi. Grazie al cielo la poliomelite in Europa è stata debellata, già iniziavo ad avvertirmi ipocondricamente i sintomi... Ora ho appena iniziato Miele di Ian McEwan, speriamo, intanto l'intervista di Antonio D'Orrico uscita sul primo numero di Sette dello scorso novembre lascia ben sperare (peccato che la detta intervista non sia disponibile online).
Aspettando il Nobel... Philip Roth |
Ho assistito alla fortunata prima di Django unchained, The Master (era ancora dicembre però...), Les Misèrables, del delizioso Quartet, dell'indipendente Re della Terra Selvaggia, ho recuperato - grazie al cineforum, ça va sans dire - Argo, che secondo me - qui lo dico e qui lo dico - è un pochinino overrated, e Monsieur Lazhar. Insomma, mi guardo alle spalle e vedo un mese denso e fitto, impegnativo tanto da lasciare un (bel) po' in disparte il mio blog, ma pieno di esperienze con cui avrei potuto riempire una dozzina di post. Zero lamentele, tanta soddisfazione.
Nono, te lo dico io. DEVE finire! :D
RispondiEliminacara dyingmoonina mia,non solo finirà, ma il meglio ha da venire ancora(sennò apposto, stamo)... :)
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