Se siete delle persone a modo, saprete di cosa sto parlando e sono sicura avrete anche voi qualche piccolo o grande esempio di cosa NON sia etica del lavoro. Nel mio piccolo ho voglia di raccontare due banalissimi casi di persone che di fare (bene) il proprio mestiere... chissene. Due episodi accaduti qualche tempo fa che esprimono molto bene... lo spirito dei tempi, temo (e temo anche che il post Se ognuno facesse il suo mestiere avrà anche un seguito... o più d'uno).
Incendi che qualcuno prima o poi spegnerà. O no? |
O’ professore
Nei giorni scorsi ne ho passate di ogni. In visita a un museo,
mi imbatto in una scolaresca che ciarlava per le sale manco fosse per strada –
fin qui niente di male, li ho avuti anch'io 16 anni – ad accompagnarli, un
tronfio professore che con nonchalance si accomoda in poltrona, davanti a una
fotografia – senza vederla, immagino – e ride beato di riposare le chiappe
mentre la combriccola strilla. "Questi ragazzi sono con lei?"- chiedo. Mi guarda come se venissi da Marte. "Dico, è lei il loro insegnante?". Quello mi guarda con aria sorpresa e fa, evasivo: "Sì,
cioè… no, non sono tutti con me… alcuni sono col collega". Poiché del collega non c'è traccia, rispondo con lo zelo degno di una vecchina rompipalle: "Non
potrebbe invitare i suoi studenti al silenzio? Siamo pur sempre in un museo!".
Adesso che ci penso, avrei potuto aggiungere un bel "Diamine!" e tirargli un'ombrellata o una borsettata in testa, non fosse stato che ombrelli non ne avevo e le borse le tengo da conto. La scena fa certamente ridere, ma non mi leva l'indignazione, benché piuttosto bassa (sulla categoria "professori" immagino che il capitolo dedicato all'indignazione sia ben piùfornito). Epperò: ti pare, caro professore, che debba
essere io a ricordarti di tenere a bada i tuoi allievi? Che risposta è ", cioè… no, non sono tutti con me… alcuni sono col collega"?
"Voglia di lavorare saltami addosso" Altrimenti noto come Nonchalance del grande John Singer Sargent |
Personale da museo e da assessorato
Dopo la visita alla mostra passo in biglietteria a chiedere
copia di un comunicato stampa. Il personale, impegnato a ridere, scherzare o
mangiarsi una mela (davanti ai turisti giapponesi in fila per il biglietto), mi
guarda inebetito e farfuglia che devo rivolgermi all'ufficio stampa
dell'Assessorato alla Cultura (??!), che tanto sta proprio lì di fronte. Però, che
efficienza! E va bene, andiamoci dall'Assessore. Alla reception, ecco una
signora di mezza età che, tutta presa dalla rivista che sta sfogliando, non ha
idea di dove trovare il comunicato in questione. Apre una porta per chiedere
aiuto a qualcuno, intravedo tre o quattro impiegati che bevono il caffè. Uno di
loro mi rincuora: "Vediamo se riesco a trovarlo sul mio pc, il comunicato". Sono
sconfortata. Finisce che chiama al telefono la collega dell'ufficio stampa al momento fuori ufficio, la quale mi invita a scaricare il documento dal sito web. Cavoli, non ci avevo proprio pensato!
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