Gio Ponti in un'immagine dalla mostra "Vivere alla Ponti" |
Stand "didattico" per Zanotta al Salone del Mobile 2012 |
Di seguito invece una parte integrale dell'articolo, che per motivi di spazio non ha visto la luce su Milanodabere. Buona lettura, buone riflessioni e buon design!
«Per i corridoi del Salone si contano innumerevoli riedizioni di pezzi cult del passato più o meno recente: reinterpretati, rivisitati, "ricolorati". Insomma: squadra che vince non si cambia e se il prodotto storico tira ancora sul mercato, perché non sfruttarne l'onda commerciale? Il revival – bene rifugio dei bei tempi indietro non sfugge nemmeno negli allestimenti dei grandi marchi: con una percorso quasi didattico, Zanotta ha trasformato un’ala del suo stand in un museo d'impresa esponendo le componenti, i bozzetti, gli studi dei suoi pezzi celebri, dallo sgabello Mezzadro alla poltrona Sacco. Ricordiamoci chi siamo e cosa abbiamo fatto per affrontare questi tempi oscuri e magari per ingraziarci le Sacre Divinità del Design che fu: Castiglioni, veglia su di noi. Gio Ponti, ora pro nobis, torna a vivere con una serie di suoi arredi – sedie, librerie, cassettoni – prodotti da Molteni, un'operazione condotta con scrupolo filologico e accompagnata da una riflessione sul significato della riedizione: "Per Mendini, i mobili rieditati 'sono dei finti non dei falsi, nel senso che implicano un salto di verità, perdono la verità e si trasformano in altro'. Cosa significa, quindi, intervenire su materiali e tecniche? Significa intervenire sul progetto originario? Ne abbiamo diritto? Dobbiamo smettere di produrre questi pezzi?"».
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