Wallis Simpson e il Duca di Windsor in uno scatto della rivista Life |
A 75 anni dal "fattaccio", assistiamo alla riabilitazione di Wallis Simpson. La donna che fece capitolare Edoardo VIII, facendogli perdere la testa e il trono, torna alla ribalta complice un film sulla storia d'amore che tenne banco negli Anni Trenta. La storia è nota: era il 1934 quando il Duca di Windsor e la peccaminosa americana si incontrarono, lei con un divorzio alle spalle e un matrimonio in corso, lui primo nell'asse di successione di Re Giorgio V. Ma ad un re non è consentito sposare una donna divorziata e così, succeduto a suo padre nel 1936, Edoardo VIII abdica, rinuncia a un impero per restare con Wallis.
Il film in questione, intitolato W.E., è diretto niente meno che da Madonna e sarà presentato in anteprima al Festival di Venezia. La popstar fiuta tendenze come nessun altro, si sa, ma ci si chiede come sia riuscita a lanciarsi su una storia così ghiotta ben prima dei grandi filmmaker di Hollywood. Ma in questo 2011 il mito di Wallis Simpson si rinvigorisce come non mai e i motivi sono diversi. Un po' per via del successo riscosso da un altro film, il premio Oscar Il discorso del re, dove Wallis ed Edoardo erano personaggi al margine della storia di Re Giorgio VI, lei raffigurata come una megera, lui come un uomo leggero e immaturo, completamente dominato da lei. E poi c'è stato il matrimonio tra il principe William e Kate Middleton, giunta all'altare senza un goccio di sangue blu come Wallis e, come Wallis, donna dallo stile invidiato. A decretare la "Wallis mania" arrivano poi dal Regno Unito due nuove biografie: è fresca di stampa That woman, la prima sulla Simpson scritta da una donna, Anne Sebba (disponibile su Amazon UK). Recente anche il volume di Hugo Vickers, già biografo della Regina Madre, cognata della Simpson, intitolato Behind closed doors. Entrambi gli autori riabilitano in qualche misura la figura di Wallis: gli inglesi la odiano quasi per tradizione, certo anche a causa dell'immagine che le fu costruita intorno. Vickers sostiene che all'epoca dei fatti Elizabeth Bowes-Lyon (la Regina Madre) ci abbia messo del suo per gettare ombre sulla Simpson: complice l'antica infatuazione di Elisabetta nei confronti di Edoardo, ben più affascinante di suo fratello Giorgio VI, del quale poi andò in sposa, e la conseguente gelosia nei confronti di Wallis, etichettata come "donnaccia".
Ma Wallis Simpson non era uno stinco di santa e i documenti resi noti negli anni scorsi dal governo inglese dopo lunghi silenzi e segreti ne esacerbano le ambiguità. Spiata dai servizi segreti, saltò fuori che Wallis non si accontentava di tradire il secondo marito Ernest Simpson con Edoardo, aveva anche un terzo uomo: tale Guy Trundle, un ordinario ingegnere della Ford. Peggio ancora è il presunto filo-nazismo della coppia W.E.: Wallis sarebbe stata l'amante di von Ribbentropp quando questi era Ambasciatore tedesco nel Regno Unito. Si narra che lui le spedisse 17 garofani ogni giorno, 17 come le volte in cui erano stati a letto insieme. E poi, ad alimentare i sospetti c'è quel viaggio in Germania, in visita da Hitler, compiuto dalla coppia nel 1940. E la fama di donna insaziabile trova ennesimo riscontro dalla tresca che la Simpson intrattenne, ormai 54enne moglie di Edoardo, con Jimmy Donahue, all'epoca 34 anni: insomma, "la Wallis", per dirla alla milanese, aveva il suo toy boy in epoca non sospetta. Peccato fossero altri tempi: del resto, dal 1936 gli inglesi (e l'’opinione pubblica di mezzo mondo) hanno conosciuto gli scandali di corte del triangolo Diana – Carlo – Camilla: cosa vuoi che sia una Wallis Simpson?
Non dimentichiamoci poi del lato glamour della faccenda. Appare oggi assai improbabile che un giorno si metta in cantiere un film su Sarah Ferguson, tanto per continuare i paragoni tra gli scandali di ieri e di oggi della Corona britannica: se non altro per la mancanza di appeal della Duchessa di York. E invece Wallis aveva allure da vendere: non era una giovane ventenne quando fece perdere la testa a Edoardo, era alla soglia dei quarant'anni, dalla sua non aveva nemmeno una sfolgorante bellezza. Le immagini del tempo ce ne restituiscono il fascino: i capelli scuri raccolti in impeccabili chignon, le sopracciglia curate, l'incarnato pallido, le mise di grande eleganza firmate da grandi couturier, come la francese Madeleine Vionnet. Come quello di Wallis Simpson, anche il mito di questa maison torna a brillare: il brand Vionnet è nelle mani di Matteo Marzotto dal 2008, sotto la direzione stilistica di Romeo Paglialunga, nel suo curriculum Prada e Romeo Gigli. Sono Vionnet alcuni dei costumi che l'attrice Andrea Riseborough, protagonista di W.E., indossa nel film e la stessa Madonna è attesa sul tappeto rosso del Lido di Venezia in abiti Vionnet.
Mercato e mitologia contemporanea vanno di pari passo ormai: ma mentre il mercato lega le sue sorti al botteghino o alle strisciate delle carte di credito, i miti – buoni o cattivi che siano – brillano esclusivamente di luce propria.